ll Castello di Costigliole d’Asti
Per il fascino della sua storia, per l’imponenza e la bellezza delle sue linee architettoniche e soprattutto per l’eccezionale valore paesaggistico e ambientale, il castello di Costigliole è diventato da tempo uno dei simboli più amati, conosciuti e rappresentativi delle terre astigiane.
L’attuale aspetto del maniero è frutto di diversi ammodernamenti e restauri succedutisi nel corso dei secoli, che nel rispetto dell’originaria struttura trecentesca testimoniano la trasformazione dell’antica fortezza in elegante dimora signorile.
Fin dal momento della sua fondazione nel 1198 per iniziativa del comune di Asti, il nuovo villaggio di Costigliole fu dotato di un ricetto difensivo, cioè un’area recinta da palizzate e fossati, situata sul fronte sud dell’abitato, in essa poteva rinserrarsi la popolazione in caso di pericolo. Nel corso del XIII secolo il ricetto fu qualificato con nuove e più solide difese, e con la costruzione di una casa-forte e altri edifici al suo interno, fino a connotarsi un vero e proprio “castrum”.
Nel 1341 per iniziativa dei nuovi feudatari fu costruita una nuova fortezza in aggiunta agli edifici preesistenti secondo le più aggiornate tipologie dell’architettura militare allora in voga. Il castello era costituito da una solida cortina muraria a pianta quadrata con quattro alte torri angolari, contenente alcuni semplici edifici ad uso prevalentemente militare. Il crescente radicamento signorile degli Asinari comportò un progressivo adattamento della fortezza originaria con la costruzione di edifici residenziali sempre più prestigiosi.
Nel 1625 metà del castello pervenne per via matrimoniale al nobile astigiano Giovanni Antonio Verasis, e da quel momento le due parti dell’edificio ebbero storia separata.
Nel 1674 Ottavio Asinari completò l’acquisizione di tutte le quote ereditarie della parte rimasta agli Asinari, corrispondente ai lati nord ed est del maniero, avviando lavori di ristrutturazione, ammodernamento e abbellimento che si protrassero fino alla fine del Settecento.
Tra il 1826 e il 1829 la parte dei Verasis, corrispondente ai lati sud e ovest, fu completamente ristrutturata a cura del conte Luigi Vittorio Verasis nell’aggiornatissimo stile neogotico che andava prendendo piede in Europa.
Nel 1928, ormai estinta la linea dei marchesi Asinari di San Marzano, gli eredi cedettero al comune di Costigliole la parte del castello di loro spettanza, compresi i giardini e il parco. La parte dei conti Verasis è invece ancora oggi di proprietà privata.
Il prospetto sud, scenografico fondale alla via principale dell’abitato, è preceduto da un massiccio avancorpo ad arcate simile ai rivellini delle fortezze medievali: fu realizzato però nel 1826 murando e livellando alcuni edifici preesistenti, probabili resti del castrum duecentesco.
La superficie terrazzata ospita un elegante giardino pensile.
La bellissima facciata meridionale, scandita dai due torrioni principali, due torrette sostenenti il ponte levatoio e due bertesche sommitali, fu interamente realizzata tra il 1835 e il 1839 dal conte Luigi Vittorio Verasis nel fiabesco, romantico e aggiornatissimo stile neogotico che negli stessi anni andava imponendosi in tutta Europa.
Il prospetto settentrionale costituisce l’accesso alla parte visitabile del castello, di proprietà comunale. L’attuale assetto fu voluto dal marchese Filippo Valentino Asinari e realizzato tra il 1770 e il 1776 da un ignoto progettista che si ispirò all’opera dell’insigne architetto astigiano Benedetto Alfieri, cugino del grande Trageda. La facciata, di raffinata e sobria eleganza, rimanda alle migliori residenze dell’aristocrazia piemontese dell’epoca. Alla stessa campagna di lavori risale il rinnovamento dello scenografico lato est, direttamente rivolto alla campagna costigliolese e ai suoi vigneti e per questo motivo munito di tre grandi vetrate in funzione di osservatorio panoramico.
Il lato ovest infine, affacciato sul raccolto sagrato della chiesa parrocchiale, è tutto incentrato sull’elegantissimo verone neogotico costruito nel 1840.
Per quanto riguarda gli interni, la parte già dei marchesi Asinari è visitabile, e utilizzata per iniziative culturali. Scomparsi gli arredi a seguito dell’acquisizione da parte del Comune, sono presenti numerosi ambienti di notevole bellezza ed interesse. Primo fra tutti il salone d’onore con la volta dipinta nel 1817 dal genovese Carlo Pagani in stile neoclassico con il trionfo di Bacco e Arianna e scene di putti intenti alla lavorazione della vigna e del vino; un omaggio alla passione enoica del committente dell’opera, il marchese Filippo Antonio Asinari. Ottimi stucchi seicenteschi si ammirano nella sala dell’Alcova e in quella dei Trofei militari, mentre raffinate decorazioni a rocailles barocchette caratterizzano la sala degli specchi. Degni di nota poi lo scalone della seconda metà del Seicento e l’austero cortile interno.